lunedì 27 maggio 2013

Pensieri...per un blog party

Ci sono parole che calano sopra di noi come la notte, soffocano il cuore, silenziose, grevi, e oscurano tutto il tuo mondo, lo annullano.
Ci sono parole, invece, che scendono leggere come la pioggia, rinfrescano nel momento più triste, quando il cuore è arso dall'amarezza. 
Ci sono parole, infine, che non tramontano mai, e porti sempre con te. Le ripeti continuamente, e scandiscono il ritmo della tua vita... son quelle alle quali pensi di continuo... quelle che danno senso alla tua vita, che scolpisci nella tua anima... e che soltanto poche persone sanno pronunciare.


Buon blog-compleanno Artù!

mercoledì 22 maggio 2013

L'amore alla fermata del treno


Era un freddo mattino di marzo, nel lungo inverno 1916. Tonio corse a casa di Giulia, in mano aveva un foglio arrivato da poco: la chiamata alle armi. Bussò alla porta di lei.
Giulia uscì, dal suo amore. La pelle olivastra, di sole marino, gli occhi di un azzurro profondo, raro da quelle parti, che sbocciavano tra i floridi ricci castani, i quali si aprivano su un viso leggero nei tratti e rotondo d'amore.
<<Partirò domattina, alle sette.>> Disse sconsolato.
<<Quando è arrivata?>> Chiese con occhi sgranati.
<<Poco fa, amore mio.>>
Rintoccavano le campane di mezzogiorno quando Giulia lesse quelle parole. Le immagini si confusero nella sua mente; il suo amore, il distacco, il dolore. Respirava a fatica. Si appoggiò allo stipite della porta, appena socchiusa e strinse le labbra.
<<Dovrò prepararmi per la partenza - riprese il ragazzo - ho poco tempo.>>
<<Mio Dio, oggi e domani ancora e poi chissà quando potrò rivederti ... si sa quando tornerai?>>
<<Sto pensando che morirò, Giulia - rispose - ci pensi se morirò senza mai più vederti?>>
Lui era il tipo di ragazzo che ama davvero, con passione e trasporto. Di quelli che hanno occhi per lei soltanto e hanno un dono speciale: nei gesti e nelle parole.
<<Devi tornare, devi avere cura di te, della tua vita – riprese lei con un breve sorriso - devi farlo per te … e anche per noi. Ti aspetterò, e sarà difficile …>> sussurrò col cuore che batteva a mille, piangendo quel tanto che non riusciva a trattenere.
<<Hai ragione, anche se domani, lasciandoti, non vivrò comunque.>> Poi mise in tasca il foglio e le prese le mani. Le carezzò i capelli sfiorandoli con lo sguardo. Le disse:
<<Sarò sincero con te, amore. Mi hanno detto che pochi riescono a tornare da quei campi … ed è tutto così assurdo se ci pensi. Così, è da un pò che te lo volevo dire … io vorrei chiederti - poi la guardò negli occhi - ...prima di morire, capisci?>>
Lei non intese cosa avesse da dire il ragazzo. Disse si, senza pensare a nient'altro che al suo amore, senza distogliere lo sguardo dalle sue labbra che, al suo si, smisero di parlare.
Tonio la baciò e le chiese di seguirlo in giardino, dove poteva parlare tranquillamente. L'ombra degli aranci gli nascose il rossore, e la abbracciò come mai aveva fatto.
<<È da tanto che ci penso, come ti ho detto …>>
<<A cosa pensi, Tonio?>>
<<Che, insomma, ti desidero. La tua pelle, il tuo respiro, il tuo seno … non posso morire ancora ragazzo, capisci? Ti desidero e voglio amarti per sempre e di più.>>
<<Sei pazzo? - disse lasciando le sue mani - E come potrei? Allora non mi ami … meschino e bugiardo! Mi hai promesso amore eterno e mi chiedi di sporcarmi con un atto che nulla significa, se non la lussuria che porta al peccato.>>
<<È davvero peccato amare? Dimmi.>>
<<Se è solo per un tuo capriccio è peccato! E io dovrei lasciarti calpestare la gioia di donarmi per amore, di dare il piacere che nascondo al mondo intero: come se tu fossi un ladro? Non ti basta sapere che ti amo? Questo non ti sazia?>>
<<E come chiami il mio desiderio se non amore? Io impazzisco se penso che un'altro ti avrà se non tornerò, capisci?>>
<<Nessuno mi avrà. O te o nessuno!>>
<<Ma non sarà così, la vita cambia le cose.>>
<<No! Non c'è spirito in un gesto di sola carne e contro il tempo, non c'è grazia o sentimento; soltanto alcuni attimi di piacere, che svilirebbero l'idea che hai di me.>>
Le prese la mano, la accolse tra le sue e la guardò ancora:
<<Non c'è spirito nei nostri corpi? Non c'è preghiera? Ma essi sono il frutto dello Spirito di Dio. Non vedi quanta grazia, sulla tua bocca, e quanta dolcezza ti modella il viso? Non senti che la delicatezza della tua pelle riveste, delicata, i sensi della tua anima, che altro non è che spirito? Non c'è un giardino intero al di là dei tuoi seni? Ecco, tutto questo cerca disperatamente il cuore mio, che è carne, ma vive soltanto del tuo spirito.>>
<<Ma siamo solo dei ragazzi, non puoi chiedermi questo!>>
<<Sono un uomo! Non ricordi che vado alla guerra?>>
<<Siamo troppo giovani per fare quello che chiedi, e non siamo sposati; il prete non ha benedetto le nostre promesse davanti al Dio dell'amore.>>
<<Se non posso amare, nemmeno posso morire! Eppure questo vado a fare: uccidere o morire! Hanno età questi destini? O togliere la vita è meno che amare?
Io non l'ho chiesto a chi non amo, e non ho inteso appagare il mio piacere; ma ho chiesto a te, che sei colei che muove il mio respiro, che mi dà vita e induce il cuore mio a pulsare.>>
<<Amare non è più che morire … hai ragione>> e lo baciò appena, stringendogli il viso tra le mani.
<<Morire senza averti amata è come uccidermi due volte, comprendi?>>
Ma, d'un tratto, la madre reclamò la presenza della figlia, ad alta voce, in modo che i vicini, che li avevano visti andare in giardino, non avessero dubbi sul fatto che era passato ben poco tempo da allora. Giulia andò, di fretta, ubbidì senza tergiversare. Lui salutò la madre con rispetto, davanti alla casa, e camminò all'indietro, goffamente, per non perdere neanche un attimo della vista di lei. Le due donne fecero pochi passi verso l'ingresso, quando lui, tornato indietro, disse:
<<Signora!>>
La donna si girò e lo guardò senza fiatare, accigliando la faccia per la scortesia di quelle parole rivoltegli alle spalle.
<<Perdonatemi, ho da farvi vedere una cosa!>> E le mostrò il foglio della chiamata.
<<E io che ci devo fare con questo – rispose la madre – ci devo andare io al posto tuo?>>
<<Ancora vi chiedo scusa. Oggi forse vedrò vostra figlia per l'ultima volta.>>
<<Allora?>>
<<Volevo chiedervi una cortesia. Io amo vostra figlia, e voglio sposarla.>>
<<Quando torni da soldato se ne parla, e poi con mio marito devi dire queste cose.>> Replicò.
<<Ecco … appunto … vostro marito. Signora volevo chiedervi se posso avere il permesso di … fare una passeggiata con Giulia, prima della partenza. Magari questo pomeriggio. Volevo dirvi che andrei a chiedere il permesso a vostro marito, al campo.>>
<<Cosa? Quello ti ammazza, subito, come ti presenti.>>
<<Signora, io non mi muovo di qui se non acconsentite alla mia richiesta. Tanto se devo morire combattendo, morirò amando, per mano di vostro marito.>>
<<Ma vuoi farmi impazzire questa mattina?>>
A quelle parole Giulia uscì dalla porta e prese per mano Tonio. Allora la madre fece per rientrare:
<<Trovati qui alle tre, dopo pranzo. Parlerò io a mio marito.>>
Le tre arrivarono, dopo un secolo e cinquanta secondi. I due ragazzi stettero in giardino, con il consenso dei genitori di lei che, in fondo, conoscevano bene Tonio: lo avevano visto crescere.
<<Posso stare solo pochi minuti e poi devo tornare dentro.>>
<<Basteranno.>>
<<Per cosa?>>
<<Ho ripensato a quello che ti ho chiesto, e ti domando scusa.>>
<<Davvero?>>
<<Si. Non avevo il diritto di … chiedertelo. E poi hai ragione tu, sarebbe stato come svilire quello che c'è stato tra noi.>>
<<C'è stato? … da sempre sei quello che mi capisce, più di ogni altro, Tonio. Ma anche io ho riflettuto. Non hai tutti i torti. Non tutto ciò che mi hai detto è sbagliato.
Tu mi ami davvero, e per questo mi hai chiesto di fare l'amore con te. E penso che sarebbe stato bellissimo. Ma io ancora non me la sento. Non lo farei spontaneamente, ma solo per accontentarti. Ti amo, e ti accontenterei; ma lo farei forzatamente, e questo in fondo non sarebbe donare.>>
<<Ti ho messo in una situazione difficile. Scusami Giulia. Ho scaricato su di te le mie paure... >> e la baciò candidamente, sulla guancia.
Assaporò la sua devozione, e morì mille volte in quel momento. Lei era seduta di fronte a lui e lo guardava fisso negli occhi. Era una dea. Ombre e luce giocavano sul suo corpo, lo vestivano, lo coprivano, scivolavano sulle sue curve, risaltandone la delicata bellezza.
Lei lo toccò con la mano e si avvicinò, lo baciò sulla bocca questa volta, labbra su labbra. Scese una lacrima dall'azzurro dei suoi occhi e andò via.
Non lo rivide mai più.
Il mattino seguente alla stazione, la folla abbracciava le reclute; stringeva la loro ansia e il loro amore per la vita. Con Tonio sua madre e suo padre, e tutti coloro che gli volevano bene.
Il rumore del treno entrava nella carne, facendosi spazio nei loro pensieri. L'odore di ferro e carbone anneriva la mente del giovane, che ancora cercava, cercava. Di lei non poté più ricordare nemmeno il profumo.
Il ragazzo andò alla frontiera, in un piccolo mattino d'inverno, lasciando il suo amore ad attendere, lì, alla fermata del treno.

sabato 11 maggio 2013

Il cacciatore di ombre

... se mi fosse concessa una sola ora d'amore, una soltanto, nell'intera mia esistenza, non esiterei a cercarti... 

dal romanzo "Il cacciatore di ombre"
per info:  chiedere qui
Sing Wolf


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PRESENTAZIONE: Un bambino scompare all'uscita della scuola. Un investigatore sulle sue tracce fa scoperte sconvolgenti.
Il romanzo si inserisce nel dibattito della lotta tra il Bene e il Male. Rafforza l'idea che il Bene vincerà, anche riguardo gli orrendi crimini contro i bambini. Ma nel frattempo? Il Bene soccombe e i più deboli soffrono: allora la soluzione potrebbe forse arrivare dal Male medesimo, che si rivolge contro parte di se stesso.
Questi e altri controversi pensieri hanno indotto “l'uomo che cerca i bambini” a immedesimarsi nella vita di un cacciatore di mostri, uno spietato investigatore che bracca i predatori dei piccoli angeli che vivono tra noi.

martedì 30 aprile 2013

Mi piace così...



Mi piace sognare che in fondo
sia proprio così,
che d'un tratto la fata
dolce e leggera abbia detto
ad ognuno dei bimbi
che una porta si apre a comando,
ad una parola.
I bimbi hanno paura
e i più non la aprono
né ora né ancora;
ma alcuni si perdono
negli occhi di quella fatina
che varca per prima la soglia,
e allora rincorrono le vesti
turchine
oltre l'imposta del cielo
e passano
laddove non c'è più la realtà.
Mi piace pensare che i bimbi “strappati”
siano ancora tra prati e violette
e corrano più forte nel sole
d'agosto,
più freschi nel mare di stelle,
senza mai fame né sete;
in un mondo turchino.
Che non siano ricurvi
tra le mani che sanno di fogna
di vili assassini.
“Il mondo è tiranno”
disse il cuore fanciullo
“e io scappo alla casa
che arriva la notte”.
Nell'ombra si sente
più forte l'odore di fogna
che aggredisce ogni lembo di pelle,
“e mi chiudo tra i muri di casa”
che l'odore sale tra piedi inzuppati
che “l'uomo pulisce i ricordi
trovati tra ridicole facce”
mentre clacca i suoi passi
negli effluvi odorosi di sempre.
Non piangere bimbo
se la notte ti ha condotto
nella melma dei tempi già scuri
e senti, senti più forte
gli odorosi meschini pensieri;
che viviamo un po' tutti la fogna,
ma alcuni quaggiù ancor vedono il cielo
nella notte ricolma di stelle.

Sing Wolf

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è una ribellione morale contro chi abusa l'infanzia, in ogni suo aspetto, dal più tragico al più beffardo; una specie di sogno che non esistano più queste "orribili cose". Alla fine è proprio un bimbo che rivela la crudezza: il mondo è tiranno... io scappo alla casa.
Grazie amici.

giovedì 25 aprile 2013

il soldato



grigio, dappertutto solo grigio sentore
di fango, soltanto; sei fango tra fango nel campo
e sudi melma imbracciando il fucile

temi il pulsare del cuore che allarga più forte
le penose ferite e raccoglie la morte,
che le tue mani sporche di fango ricacciano indietro.

d'un tratto la vedo lontana, dispersa, “... che fa
una bimba, rossa di crine, l'abito verde di prato leggero,
e bianca la pelle, nella roggia piena di morte?”

giunge e mi prende per mano, tranquilla,
mi porta con sé, dove nulla sa più di trincea,
“possibile ... io solo la vedo?
Io solo sento, la tua morbida mano

che tocca le dita fredde di fango con fare sereno?”
chiedo agli altri, se vedono anch'essi...
nessuno risponde; “dove andiamo piccina?
dov'è la tua mamma?”

allora m'indica un campo laddietro agli alberi chiusi
sul crine, “la tua casa è vicina?”
chiedo. Poi vedo una donna nascosta,

tra abiti scuri: “è tua madre?"
dice un semplice no,
"vedi come stringe paura?”

e d'istinto guardo quella donna. La bimba sorride,
sorride e mi dice “... piegati, pulisciti il viso
e trattieni le lacrime che sta quasi arrivando
da quel campo lontano e ti cerca da tempo.”

... sento le carezze di lei sul mio viso:
“a sedici anni non si può morire in un campo
senza più un fiore” mi dice la donna … “figliolo!”
...scaldandomi ancora con mani leggere;
che pianse la bimba, ora! ora soltanto,

allora compresi i commilitoni, i soldati vicini:
le urla e il silenzio di freddo alle ossa,
e il mare sereno che la bimba mi pose nel cuore:

“dimmi... dimmi che sei tu davvero mia madre; - mentre la guardo, - 

dimmi che solo non sento, nell'ultimo sogno,
che tocchi il mio viso … e dolce mi baci;
cullami ancora, una volta … una soltanto:
dimmi che senti cader nel tuo cuore il mio pianto.”

Sing Wolf

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La morte in trincea, le ultime allucinazioni, in cui appare una bimba che conduce il morituro tra le braccia della madre.

sabato 20 aprile 2013

Il fiume


notte...
siedo assopito alle sponde
dell'acqua che scorre
nella mia vita,
con i suoni mormora,
alle stanze 
dei miei pensieri.
La tocco con mano
fino a sentirne l'immenso
di stelle cadute,
nel riflesso che muove su essa;
i miei occhi inondano
lo specchio che quasi respira.
Assaporo il fresco della sorgente;
le dolci parole di Cristo.
Siedo immobile e corro a un tempo;
e con lo sguardo
addento la fonte;
con le mani del cuore
cercando, mentre il fuoco distoglie
i miei occhi verso nitide voglie
e immergo me stesso nel poco
che al mare del nulla conduce.

Sing Wolf

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La lotta interiore tra bene e male.

lunedì 15 aprile 2013

Pensieri...


... se mi fosse concessa una sola ora d'amore, una soltanto, nell'intera mia esistenza, non esiterei a cercarti... 

dal romanzo "Il cacciatore di ombre"
prossimamente alle stampe

Sing Wolf

sabato 6 aprile 2013

Ti dirò bella


Ti dirò bella,
bella finchè bellezza 
non avrà più senso dire,
se non quello che il viso tuo
al cuor intende.
Invidierò la luce
che ogn’ora può sfiorarti ancora,
e che leggèra posa 
agli occhi tuoi scintille
che d’innocenti baci,
come carezza soffia
alla tua pelle;
e soave tocca,
tocca, oh delicata mano,
tra chiaroscure forme
il pensar tuo,
e amor s’arrende.
Vorrei esser l’aria
che tua respira bocca,
e labbra baciano leggere,
cadendo fino al cuore,
a ricambiar, talor,
di tua dolcezza
e poi tornare,
sù, tra dolci seni
sapendo poi, più in là,
che amor ci attende.

Sing Wolf

lunedì 1 aprile 2013

Pensieri...




...oppure verrei da te, nel silenzio della notte, celato dal suo manto timido e gentile, e sarei la prima luce del mattino; le labbra che ti baciano col sole...
 

Sing Wolf

sabato 23 marzo 2013

Emozioni




Non cerco il dire tuo
che ho un libro in seno,
è scritto dai tuoi occhi 
al cuore in petto,
e le pagine ch'io leggo,
sanno d'amore,
e vi disegno i mari
quindi le valli e il cielo
Desidero parlarti,
ma non mi manca nulla,
mi sazia che tu viva
effimera creatura;
che trasparente luce
delle tue labbra chiare
afferma che sei sostanza
… e l’universo appare.

SIng Wolf

martedì 19 marzo 2013

Trentun'agosto


Scorre sicura su tela
d’argilla la mano del Genio*
e tinge silenti sospiri** 
e luce malchiusa 
di fiori nel bosco, 
ove non visti sussurri e silenzi
e palpiti e voci, colora,
e vento leggero la mano^ 
che ninna la sera.
Qui vivono lontre e farfalle^^
che fuggono ai lidi
d’amore
che piove dal Cielo,
tracciando i viali nel tempo
del primo giardino;°
ma quando l’Eden si tace
s’ode, più dolce,
di Lei la voce.

Sing Wolf

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Le sensazioni di gioia del bimbo nel grembo materno...

* Dio
** del nascituro
^della mamma che carezza il ventre
^^il bimbo gioca
°il grembo della mamma



Quando nasce un bambino nascono anche una mamma e un papà...
Auguri ai papà e buona lettura!

lunedì 18 marzo 2013

Nel vento e sul mare


Sento il mattino, 
che scivola nel vento orientale
del mare increspato;
lungo i sentieri della tua pelle,
che profuma di sole;
nei capelli tuoi, bruni e leggeri...
Ascolta!
La voce sussurra, muove le foglie
e il suono mi accoglie
con poche parole...
Appare!
Che sale e poi scende
nella luce dell'alba,
il vento trafitto dai rami
che sudano selvatico umore
di onde lontane.
Non senti?
L'aria sussurra,
e allora io taccio!
quindi ti guardo:
...nel viso tuo morirei,
d'un tratto,
ignorando l'eterno vociare
del tempo:
per un solo bacio, immenso come un letto di stelle.

Le labbra tue dolci,
alle mie soggiungo:
nel profumo d'amore e di sale,
che sento nel cuore,
disceso nel petto!
“Io ruberei
i palpiti della tua anima, con le mie dita....”

Ancora!

Riprende il suo vociare lungo la spiaggia,
che suona, il vento sincero:
parla, e poi tace,
che di silenzi flebili e acuti,
timido piace;
e s'alza nella brezza, dal mare,
per stringere i nostri corpi
serrati, come le foglie,
a sussurrare,
nell'orizzonte infinito: “ti amo!”
tra i nostri nomi leggeri
...e le tenere voglie.

Sing Wolf
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Il tempo come il vento passa e non ritorna, l'amore resta allora solo nelle nostre coscienze, nei ricordi... e soltanto noi possiamo farlo tornare a vivere.

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Oggi inizia l'avventura del mio blog Luogodeisogni... un angolo di pace nell'affannosa vita di ogni giorno.
Buona lettura!